C’è qualcosa che eleva dalla fama al mito, ed è purtroppo la tragedia. Proprio come le stelle, quanto più grande sarà la loro massa, tanto più d’impatto risulterà la loro fine, e la permanenza della loro luce. Ma di Marilyn Monroe, nata Norma Jeane Mortenson, non ne vediamo solo il riflesso, perché la sua vita, la sua caduta, e gli innumerevoli studi sulla sua personalità, argomento che ancora appassiona e fa dibattere gli psicologi di tutto il mondo, la rendono contemporanea di questi nostri tempi ossessionati dall’immagine - la propria e quella altrui-, nonché archetipo della complessità femminile.
“In the mood for Marilyn”, è un monologo contaminato da spazi aperti al teatro danza, che invitano al vedere e sentire la dimensione umana di un’icona, attraverso una sua giornata di riposo, lontana dal set e dai riflettori della stampa. Marilyn non è nata Marilyn, lo è diventata, trovando un nuovo modo di camminare e persino di sorridere. Per 24 ore, nella solitudine della sua casa, sarebbe quindi libera di tornare ad essere Norma Jeane, e di fare e dire tutto quello che a Marilyn non viene concesso. Ma Norma sembra non esserci, qualcosa dovrà farla venir fuori, qualsiasi sia il posto della psiche in cui si è nascosta. O forse Norma non c’è mai stata.