“Riva di un fiume, un vagabondo osserva la sua esistenza scorrergli davanti. L’acqua porta con sé la vita. Il vagabondo, seduto in riva al fiume, tira le somme della sua.”. Essere o non essere? E’ questo il dilemma. Questo spettacolo non è una biografia del famoso attore inglese, ma una ricerca nel suo mondo interiore, e nell’universo che ogni artista racchiude dentro di sé. La vita è una continua ricerca di qualcosa che vada oltre l’esistenza. Il conflitto tra attore e personaggio stesso, tra attore e il mondo che lo circonda, sono il fulcro di un lavoro che parte da Charles Spencer Chaplin, ma scava nelle profonde radici del dubbio Shakespeariano. Il suo rapporto ossessivo con le donne, il suo legame con la madre, sono il vaso di Pandora della sua esistenza. Chaplin non voleva essere soltanto Charlot, nessuno vorrebbe essere soltanto un personaggio. In questa nuova produzione del Teatro dei Limoni e Solisti Dauni, Chaplin lotta contro le sue stesse paure, contro il terrore di invecchiare e morire, contro la sua solitudine; contro la paura di fare la fine Che Guevara, ormai ridotto a una semplice faccia stampata sulle magliette dei ragazzi durante un corteo.